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Pino Medile giunge in Brasile nel settembre del 1982: è in fuga dalla giustizia italiana e porta con sé un passaporto falso, una discreta quantità di denaro e di gioielli e, soprattutto, una grandissima voglia di ricominciare. Vi rimarrà per circa otto anni, durante i quali conoscerà tutte le lusinghe e gli orrori che quel Paese così affascinante e contraddittorio è in grado di offrire. Dopo una veloce ed effimera escalation nel mondo della malavita e della movida carioca, Pino/Carlos si troverà infatti a confrontarsi con l'atroce realtà delle carceri brasiliane. Estradato in patria, sente il bisogno di raccontare l'avventura che lo ha irrimediabilmente segnato e, nel carcere di Rebibbia dove sconta una lunga pena, scrive un romanzo autobiografico in cui ripercorre e reinterpreta le sue vicende in terra brasiliana.